Un’antica varietà di mais che arrivò
nel borgo seriano di Gandino nel 1632 e che oggi, grazie ad un
progetto di salvaguardia e valorizzazione, è stata riscoperta in
tutte le sue qualità.
E’ il Mais Spinato di Gandino.
Il progetto per la salvaguardia,
caratterizzazione e valorizzazione di questa varietà altamente
qualitativa ed organoletticamente pregiata di mais, nasce nel 2008.
Anno in cui, dopo il ritrovamento di
alcune pannocchie e di alcuni semi custoditi in Ca’ Parecia, antica
cascina gandinese, si dà il via ad un’attività che riporterà
questi semi alla loro purezza originaria, facendo così tornare a
vivere l’antico Mais.
Un seme oggi conservato presso il CRA
di Bergamo, nella Banca del Germoplasma di Pavia e nel Svalbard
Global Seed Vault, famoso deposito per la conservazione mondiale
delle sementi sito in Norvegia, a 1200 km dal Polo Nord.
Le Origini del Mais Spinato
Gli Olmechi erano un’antica civiltà
precolombiana che viveva nell’area tropicale dell’odierno Messico
centro-meridionale, approssimativamente negli stati messicani di
Veracruz e Tabasco sull’Istmo di Tehuantepec. La civiltà olmeca fi
orì durante il periodo formativo (pre-classico) mesoamericano,
estendentesi circa dal 1400 a.C. al 400 a.C. Gli Olmechi costituirono
la prima civiltà mesoamericana e stabilirono le fondamenta delle
culture successive, la cui ascesa fu probabilmente favorita dalle
pianure alluvionali dell’area che favorirono un’elevata
produzione di mais. L’Impero Inca è stato il più vasto impero
precolombiano del continente americano. La sua esistenza va dal XIII
secolo fi no al XVI secolo e la sua capitale fu Cuzco, nell’attuale
Perù. L’impero incaico comprendeva, al momento della massima
espansione (verso il 1532), una parte significativa degli attuali
stati sudamericani di Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia, Cile e
Argentina. Cochabamba, in Bolivia, era il “granaio degli Incas”
per l’abbondante produzione di mais.
Gandino
Il primo luogo in Lombardia a coltivare
il Mais.
Ne è testimone la storia: Gandino è
stato il primo paese in Lombardia a coltivare il mais. In un suo
memoriale del 1881 - “Due autografi contemporanei alla peste del
MDCXXX ed alla prima coltivazione del mais in Lombardia” - Filippo
Lussana, importante fi siologo, letterato, pittore e poeta di origini
bergamasche, narra che la prima coltivazione del mais in territorio
lombardo, fu fatta a Gandino nel 1632. Nello scritto si legge che a
portare sin qui questo prezioso cereale, dovesse esser stato un
foresto, il bellunese Benedetto Miari, nobile che sulle proprie terre
venete aveva già aveva sperimentato con successo, dal 1617, la
coltivazione del mais. Seguendo in uno dei loro viaggi nella terra
natia, Gandino, l’allora Patriarca di Venezia, il barone Federico
Maria Giovannelli e i baroni Benedetto e Andrea Giovanelli,
Procuratori della Repubblica veneta, Miari portò con sé il prezioso
seme, seminandolo nel campo di Clusvene, podere di proprietà proprio
dei Giovannelli.
Il Progetto
Profuma di cultura, storia, tradizione.
Nasce dalla passione e dalla volontà di un territorio di riscoprire
i suoi antichi sapori, le sue unicità all’insegna di un approccio
sostenibile. È il Mais Spinato di Gandino, prodotto d’eccellenza
che Gandino, località parte del distretto turistico de Le Cinque
Terre della Val Gandino e sita a pochi chilometri da Bergamo, ha
voluto salvaguardare e valorizzare, riscoprendone tutte le sue
qualità.
Innovazione e Tradizione
Nato nel 2008, il progetto per la
“salvaguardia, caratterizzazione e valorizzazione della varietà
locale di mais denominata Spinato di Gandino” muove sia da un
fattore storico, sia dalla forte volontà di riscoprire quel mondo
agricolo parte integrante del nostro territorio.
Sviluppo Sostenibile
È la sostenibilità il motore di
questo progetto che tocca a 360 gradi cultura, coltura, economia e
turismo, coinvolgendo mediante un approccio sistemico tutti gli
attori parte di una filiera integrata. Da chi opera nel settore
agricolo ai commerrcianti, sino alle scuole, alle istituzioni e ai
cittadini.
Sinergia
Il Comune di Gandino, la Commissione
De.C.O. (Denominazione Comunale di Origine), la PRO LOCO, la Comunità
del Mais Spinato di Gandino ed il partner scientifico Unità di
ricerca per la Maiscultura CRA-MAC di Bergamo hanno saputo fare
squadra, determinando la riuscita del progetto.
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